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I commenti di Carlà

C’e’ del marcio in Cina?

21 Luglio 2023

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” Il paese del Dragone ha fatto fuori tutti i record possibili negli ultimi vent’anni, fino a diventare la seconda economia del Pianeta e ad insidiare, in molti campi, l’egemonia degli Stati Uniti.

Tutta roba notissima.

Sono stato in Cina molte volte negli ultimi quindici anni e sono testimone oculare di questi cambiamenti giganteschi.

Veicolati con sapienti dosaggi di simpatia verso l’Occidente e i suoi costumi.

Poi, da due o tre anni a questa parte, lo scenario è improvvisamente cambiato. E non solo nella percezione occidentale.

Prima la repressione delle proteste ad Hong Kong: ricordate la rivolta degli ombrelli?
Poi le minacce sempre meno velate nei confronti di Taiwan, nonchè la reazione durissima alle critiche di Jack Ma, fondatore di Alibaba.

E la scoperta di spionaggi industriali in serie veicolati per il tramite di aziende chiave come Huawei.

Fino all’introduzione di quella che è sostanzialmente una nomina a vita di Xi Jinping e che rafforza il potere del partito comunista cinese e del suo leader.

In Occidente questi cambiamenti non potevano passare inosservati. Per niente.

Negli ultimi tre anni sono successe cose molto interessanti:

1 Il Covid è probabilmente partito da un laboratorio cinese per poi colpire tutto il mondo e, in particolare, la Cina che si è difesa con vaccini inadeguati;

2 Il Paese è stato colpito da “normali” fenomeni economici come il rallentamento della crescita e una severa bolla immobiliare.
Solo che da quelle parti questi fenomeni non sono normali affatto;

3 La guerra tecnologica con gli Usa e l’Occidente ha assunto dimensioni sempre più ragguardevoli, per andarsi poi a concentrare sul punto chiave e più debole per i cinesi e per gli Occidentali: i semiconduttori e le terre rare (gallium e germanium per esempio).

E siamo all’oggi. Ma il domani?

Quanto è sostenibile per la Cina (che ha un miliardo e mezzo di abitanti) una guerra commerciale con gli Usa e con l’Occidente?

Quanto a lungo è possibile tenere separate libertà politiche (inesistenti) e libertà economiche (incontenibili o quasi)?

Quanto è vero che gli Orientali rimarranno sempre Orientali, quindi strutturalmente diversi dagli Occidentali come di recente va sostenendo un importante diplomatico cinese che chiama a raccolta anche Corea e Giappone vs. il West?

Sono probabilmente queste le domande chiave cui solo il tempo darà risposta. Intanto una cosa è certa: le grandi aziende tech cinesi svolgeranno un ruolo decisivo nei prossimi anni.

Aziende come Alibaba, Tencent, Baidu e TikTok che hanno dimostrato di saper tenere il passo con l’innovazione.

Sarà un bene o un male per gli azionisti di queste aziende che sono (anche) Occidentali?

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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Le 3 cose che contano di piu’…

14 Luglio 2023

Ecco “Affari Nostri” di lunedi’ per gli affezionati Fwiani Bloggers. Buona lettura.

” Il sottoscritto si sente un filosofo prestato alla finanza (e alla tecnologia) e mai più restituito.

La filosofia (la sua storia, i suoi personaggi…) è un modo fantastico di vivere, anche per quello che riguarda i soldi.

Per farli, ma senza dar loro troppa importanza.

Ho sempre pensato che il denaro fosse un mezzo e non un fine, anzi un sistema ingegnoso per scambiare idee e beni, non per calcolare ricchezze.

Le cose che contano davvero (insieme alla salute) sono altre. In particolare 3:

La prima:

Circondarsi di persone (vita, lavoro, ovunque) migliori di noi, da cui imparare a cui chiedere consiglio, da cui farsi criticare.

La seconda:

Diventare ogni giorno migliori in quello che si vuole e si sa fare. Leggere, studiare, restare sempre attivi e curiosi, tutta la vita.

La terza:

Non smettere mai di considerare (molto) più importante, come misura del proprio successo, quante persone ci amano sinceramente piuttosto che gli zeri del nostro patrimonio.

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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Chi era davvero Markowitz?

7 Luglio 2023

A beneficio di tutti i Fwiani Bloggers, pubblico in anteprima il prossimo numero di “Affari Nostri”. Buona lettura.

” Il 22 giugno è morto Harry Markowitz, il quasi centenario premio Nobel per l’economia creatore del concetto di diversificazione ed iniziatore di tutte le teorie (e le pratiche) derivate.

La faccenda di “non mettere tutte le uova in unico paniere”, tanto per essere chiari.

In seguito William Sharpe e Merton Miller completarono questi studi e nel 1990 i tre economisti presero, appunto, il Nobel.

Ma tra teoria e pratica, come sempre, c’è una bella differenza. Ecco perchè il sottoscritto e FinanzaWorld hanno, da sempre, idee assai diverse sul tema.

La diversificazione deve essere fatta con molto grano salis in modo che non diventi “diworsification”.

Infatti a casa nostra non mettiamo tutte le uova nello stesso paniere, ma alcune uova sono MOLTO più importanti di altre se davvero si vuole far meglio del Mercato (degli Indici).

Cosa che ci succede dal 1999.

Altrimenti è MOLTO meglio usare un Etf a costo quasi zero che faccia il suo lavoro, invece di farsi prendere per il naso da fondi attivi che dovrebbero saper fare la famosa diversificazione e non la sanno fare.

Ma costano un sacco di soldi azzerando (fin dal principio) le speranze dell’investitore poco intelligente.

A Markowitz non sarebbe piaciuto.

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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Quel Benefattore di Warren …

30 Giugno 2023

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” In vita bisognerebbe dare più di quello che si riceve.

E’ notizia molto recente che Warren Buffett (quasi 93 anni) abbia donato (altri) 5 miliardi di dollari a cinque fondazioni filantropiche.

Portando il totale delle sue donazioni alla quota vertiginosa di (oltre) $50 miliardi.

I suoi soldi (in realtà azioni classe B di Berkshire Hathaway) sono andati alla fondazione di Melissa e Bill Gates, a quelle dei suoi tre figli e a quella intitolata alla sua prima moglie.

Una strategia sviluppata da tempo da Warren.

Ma la cosa fondamentale è questa: WB ha sempre detto che, per uno come lui, fosse molto meglio donare il grosso del suo patrimonio alla fine della sua vita piuttosto che in età meno avanzata.

E, tanto per cambiare, ha avuto ragione lui: i 50 miliardi di dollari di cui sopra, sono 7 miliardi in più di quelli che aveva nel 2006.

Ma gli rimangono altri $112 miliardi da donare…

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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E’ il momento di vendere?

23 Giugno 2023

Ecco “Affari Nostri” di lunedi’ per gli affezionati Fwiani Bloggers. Buona lettura.

” Comprare in Borsa, per molti, è più facile che vendere.

Mi rendo conto che può sembrare un paradosso, ma è quello che ho capito in 3 decenni (quasi 4) di investimenti.

Vendere o non vendere, questo è il problema.

Shakespeare era proprio grande: aveva capito per tempo che Amleto non era solo un principe di Danimarca un po’ sfigato, ma il prototipo di una condizione umana assai diffusa e comprensibile.

La paura di prendere decisioni.

Mettete la situazione di oggi, tipica.
Se avete comprato A. e F. nei mesi scorsi, adesso potete pensare di avere in mano una bomba con la miccia accesa, come nei cartoni animati della Warner Bros con Daffy Duck.

Siete in rialzo di oltre il 100% medio in meno di un anno.

E adesso, dopo qualche piccola presa di profitto, vi chiedete se non sia il caso di vendere.

Vendere o non vendere, questo è il problema.

Se vendete oggi e le due società continuano a correre, soffrite perchè andate via dal party proprio sul più bello.

Se non vendete e i due business cedono ancora nei prossimi giorni, soffrite perchè vi siete fatti mangiare profitti dai piranhas delle Borse.

Come capitò all’epoca delle Mille bolle blu (e non solo) a molti incauti.

Incauti ed avidi.
In Borsa bisogna sapere accontentarsi e capire quando è venuto il momento di vendere. Ma non si può procedere per “intuizioni”, serve avere delle regole e dei puntelli che segnino la strada.

Ecco perchè potreste vendere se perdono il 25% dei profitti come dice il mio Metodo di gestione del pfolio.

Cioè se i piranhas vi mangiano un quarto dei soldi che avete guadagnato con il rialzo. Questa regola va bene quando un titolo sale di oltre il 40% e serve ad evitare di tirare troppo presto le redini ad un cavallo che ha forza e voglia di correre.

E’ la mia idea della ‘scena del crimine’:
A volte su alcune societa’ si può arrivare un po’ troppo presto sul luogo del delitto…

E magari non c’è ancora il morto.

In questo caso funziona molto bene da anni ed anni un’altra parte del mio Metodo.

Comunque è fondamentale non arrivarci troppo tardi, quando sta giungendo la polizia.

In quel momento bisogna essersene già andati. Vendendo.
E questo soprattutto su Growth stocks dove vale il principio di Wall Street: “Shoot first ask later”.

Comprare in Borsa, per molti, è più facile che vendere.

Ma per sapere davvero bene quando vendere, bisogna sapere quanto vale il business che avete in pfolio.
Quanto vale davvero oggi e, ancora meglio, quanto può valere nei prossimi 5/10 anni della sua vita aziendale.

Una faccenda di cui si occupa il mio Frullatore da oltre 20 anni.

Per questo la regola del 25% dei profitti è solo una bussola e non sempre viene sanzionata dai nostri Alert nei Premium che stanno surclassando gli indici delle Borse di riferimento.

Dal gennaio 2004.

Ed è sempre per questo che ci stiamo riuscendo: perchè non solo abbiamo saputo trovare negli anni, con regolarità, i business, i settori e gli investimenti più interessanti.

Ma perchè non li abbiamo mai venduti troppo presto.

Per esperienza mi sono convinto di una cosa: esistono SOLO 3 Ragioni (+1) davvero GIUSTE per vendere i propri investimenti azionari.

Le trovate in OGNI abbonamento Premium di Fw.

Un caro saluto,

Vs. Francesco Carlà
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Il Simulmondo in faccia (e nel cervello)

16 Giugno 2023

A beneficio di tutti i Fwiani Bloggers, pubblico in anteprima il prossimo numero di “Affari Nostri”. Buona lettura.

” Apple ha presentato un po’ di novità al Worldwide Developers Conference (30 anni), ma Vision Pro è stato la vera star dell’evento:

Intanto, cosa sono la realtà virtuale, mista e aumentata.
La realtà aumentata permette di sovrapporre al mondo fisico (la Terraferma) delle informazioni digitali. Pensate a quello che già esiste nelle Mappe di Apple (e in Google Maps): si inquadra la strada con la fotocamera e le indicazioni del navigatore compaiono sul display come se fossero sull’asfalto.

Vision Pro ha una tecnologia diversa, realtà mista dice Cook: con un bottone simile alla digital crown dell’Apple Watch è in grado di passare dalla realtà aumentata a quella virtuale.

Un vero mix Simulmondo/Terraferma, quello che ho sempre vagheggiato.

Il passaggio è immediato e visibile all’esterno: da trasparente, il visore diventa opaco, s’illumina di animazioni colorate o mostra quello che sta vedendo chi lo usa.

Se qualcuno (osa) rivolgerci la parola torna trasparente e fa vedere (simulati) gli occhi di chi lo sta usando.

Un po’ inquietante.

Pesa poco, il design è bellissimo, e può essere usato per due ore di seguito. Ma come gli altri visori (Sony e Meta) è improbabile che qualcuno ci riesca senza vertigini etc etc.

Tim Cook ha sottolineato che Vision Pro poteva realizzarlo SOLO la Mela: 7 anni di sviluppo, due display, 12 telecamere, interazione con gli occhi e 5000 brevetti.

E un design all’altezza della tradizione della Casa.

La parte frontale è in vetro curvo, il corpo in alluminio.
La fascia posteriore è in tessuto e si può cambiare; per chi ha bisogno di occhiali (tipo il sottoscritto), è possibile installare delle lenti magnetiche.

L’audio spaziale è riprodotto da due piccoli altoparlanti inseriti nelle fasce laterali, che lasciano libero l’orecchio per sentire cosa succede fuori.

Funziona in autonomia, ma la batteria è esterna, va indossata alla vita ed è collegata al visore con un cavo. Per ora.

Sintesi:

1 Il Vision Pro non è per il grande pubblico. Costerà 3500 dollari, sarà disponibile nel 2024, e la Mela pensa di venderne 1 milione di pezzi (che sono pur sempre $3.5B utente finale, ma solo l’1% o qualcosa del genere degli utili Apple del 2022). iPhone ha venduto 235 milioni di unità giusto per fare le proporzioni.

2 La forza di Vision Pro sta tutta nel fatto che Apple l’ha immaginato come una vera piattaforma completa (hardware, software, servizi etc) capace di migliorarsi nel tempo. Ma già integrata nell’ecosistema produttivo della Mela.

Vision Pro è esattamente quello che speravo fosse.

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
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ChatGPT ci estinguera’?

9 Giugno 2023

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” Nuovo allarme sull’intelligenza artificiale: ma ora sono gli stessi padri che parlano di “estinzione” umana.

Tra i firmatari di questo ‘curioso manifesto’: il creatore di ChatGpt Altman e Hassabis (Google):

“Senza regole la specie umana è a rischio.”

Scrive sul tema Repubblica:
“L’umanità potrebbe estinguersi per colpa dell’intelligenza artificiale “. Questa volta l’allarme è ancora più esplosivo. Perché arriva direttamente da coloro che hanno acceso la miccia.

Sam Altman, Ceo di OpenAI, è tra i principali firmatari di una lettera inquietante: “Mitigare il rischio di estinzione per mano dell’AI dovrebbe essere una priorità globale, alla pari di altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare”.

A parte che (ovviamente) vengono tutti i dubbi del mondo quando un qualsiasi Dr. Frankenstein ci avvisa (fuori tempo massimo?) della pericolosità della sua creatura.

Dubbi del tipo:

1 E se volessero semplicemente regolamentare i concorrenti potenziali e congelare lo scenario AI tra gli attori già in campo?

2 E se volessero finanziamenti e trattamenti di favore (anche dal punto di vista penale e civile) per i danni che possono fare in questa fase caotica e pionieristica?

Etc etc etc.

Il problema è che il genio è già uscito dalla lampada (e prova ora a rimettere il dentifricio nel tubetto) …

Non so se ChatGPT riuscirà dove non sono riusciti Adolf Hitler, le bombe atomiche e il diluvio universale. Ma certo problemi ce ne sono e ce ne saranno.

(Ma anche vantaggi, come sempre con le grandi innovazioni).

Per come la vede il sottoscritto la grande incognita è una in particolare: il problema è l’Intelligenza Artificiale nella Rete …

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
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