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C’erano una volta rialzisti e ribassisti

26 Gennaio 2024

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” Ricordate le vecchie definizioni italiane per dire che un operatore di Borsa era più orientato a credere che tutto andasse bene (Ottimista) o tutto andasse male (Pessimista)?

Questa attitudine (Rialzista o Ribassista) poteva essere legata al mercato tutto intero, a un settore, oppure ad un singolo titolo.

Ma secondo voi qual è lo spirito migliore per essere un Investitore Intelligente? E’ bene essere Ottimisti o Pessimisti?

La mia risposta è semplice: essere Ottimisti per il futuro del nostro mondo e per il suo continuo progresso è una bella cosa ed è certamente positivo. Altrimenti perchè investire se ci attende la fine (prossima) del Pianeta?

Ma questo non vuol dire essere Ottimisti su tutto e (pure) bendati.

L’atteggiamento giusto, quindi, è il Realismo. Nè Pessimisti, nè Ottimisti.

Solo che, per essere davvero Realisti, bisogna avere un senso della realtà autentico ed evitare di illudersi (prima) per doversi compiangere (o auto-consolare) dopo.

Il modo migliore per essere Realisti, nella vita e negli Investimenti, è avere buone Regole e Metodi testati.

E soprattutto farsi guidare (molto) più dai numeri che dalle parole.


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it



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I 25 anni dei risparmiatori italiani e quelli dei Fwiani …

19 Gennaio 2024

Ecco “Affari Nostri” di lunedi’ per gli affezionati Fwiani Bloggers. Buona lettura.

” Fw sta per compiere 25 anni. Un traguardo importante che per noi e per molti risparmiatori ed investitori italiani significa parecchio.

Ma cosa è accaduto ai non Fwiani in questi ultimi decenni? Ecco un interessante riassunto (parziale) a cura di Mario Gerevini del Corriere della Sera che pubblico senza alcun commento.

Il commento migliore sono i 25 anni di FinanzaWorld e della nostra Finanza democratica …

“Archiviate le “commemorazioni” per i 20 anni di Parmalat, la madre di tutti i crac italiani, viene da chiedersi che fine abbia fatto la “zia”, ovvero la Cirio di Sergio Cragnotti. Allarghiamo l’orizzonte al «ventennius horribilis» dei risparmiatori italiani. Il 2003-2023, soprattutto nei primi 15 anni, ha mandato in fumo almeno 40 miliardi.

-Cirio e gli 800 milioni

L’insolvenza di Cirio era già evidente il 5 novembre 2002 quando il gruppo dei pomodori in scatola diffuse un celebre comunicato che in Borsa ha fatto la storia dei falsi storici: «Cirio Finanziaria, garante del bond emesso dalla Cirio Finance Luxembourg, conferma che entro domani 6 Novembre il prestito sarà interamente rimborsato». Cirio Finance Luxembourg è ancora “viva” come altre società del gruppo, svuotate dalle attività industriali e sottoposte ad amministrazione straordinaria.

La notizia è che l’anno prossimo con la proposta di concordato ai creditori, dopo 20 anni «dovremmo chiudere la procedura», ci dice Luigi Farenga, uno dei tre commissari. Alla fine su oltre 2 miliardi di “buco” (di cui 1 miliardo di bond) si arriverà, secondo stime, a un riparto tra i creditori vicino agli 800 milioni. Cragnotti, dal canto suo, nel 2021 è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 3 mesi.


-La bolla web

Certi nomi come Freedomland, Finmatica, Italease, Finpart, Giacomelli ecc, evocano dissesti di inizio millennio, alcuni da sbornia internet. Poi, mentre i tango bond argentini cominciavano a mietere vittime anche in Italia, il ciclone Parmalat (15 miliardi di passivo) a dicembre 2003 irrompeva in Piazza Affari, anticipato a luglio da Cirio. Neanche il tempo di riprendersi che sulla scena dell’alta finanza compaiono, nell’estate 2005, i “furbetti”.
 

-Arrivano i furbetti

Ricucci, Coppola e Statuto, gli immobiliaristi con più ipoteche che immobili, sostenuti da alcune banche (la Popolare Lodi su tutte) giocano una partita di potere rastrellando Bnl e Antonveneta, sventolando il tricolore della difesa patriottica contro presunte mire straniere. Imbarazzanti intercettazioni costringono il governatore di Bankitalia Antonio Fazio a dimettersi.

Non ci sono veri e propri crac ma è una caporetto per il sistema finanziario e l’inizio della fine per due grandi banche che hanno manovrato a fianco dei raider con enorme imprudenza: Popolare Lodi e Carige.


-Il «boccone» di Mps

Intanto i vertici di Mps decidono di acquistare Antonveneta (2008) per l’astronomica cifra di 9 miliardi: come dar da mangiare un cinghiale a un bambino. Infatti il bambino senese dopo anni di ricovero e aumenti di capitale deve alzare bandiera bianca ed essere salvato dallo Stato. Ma è costato oltre 30 miliardi ad azionisti pubblici e privati.

 
-La regola delle Popolari

Stiamo sempre in casa nostra, ricordiamo però che là fuori, a partire dal fatidico 15 settembre 2008, si era scatenato l’inferno con il fallimento da 600 miliardi di Lehman. Noi avevamo le banche popolari non quotate, sorrette da una regola «geniale»: il prezzo delle azioni veniva deciso in casa. Il sistema regge le piccole onde, ma se arriva la mareggiata crolla.

La tempesta si abbatte sulla Banca Popolare di Vicenza che tumula 6 miliardi. Un Titanic del risparmio che trascina nel naufragio 118 mila azionisti con la colpa di essersi fatti incantare per anni dal pifferaio magico Gianni Zonin. Veneto Banca di Treviso salta per aria quasi in contemporanea ma con numeri inferiori, così Cassa Marche e Popolare Etruria. L’anno fatidico delle Popolari allo sfascio è il 2015.

Ma c’è una coda a Bari qualche anno dopo, con elementi in comune. Fiorani alla Popolare Lodi, Berneschi alla Carige, Zonin a Vicenza, erano stati tutti colpiti dalla sindrome «la banca sono io». E così Marco Jacobini che dopo 40 anni al vertice della Popolare Bari, nell’estate 2019 lascia 70mila azionisti con un pugno di mosche e la banca con 1,5 miliardi di deficit.


Il caso più recente è Bio-On, azienda di bioplastiche. Nell’estate 2019 sfiorava 1,3 miliardi di capitalizzazione. Poi è stato reso noto un documentatissimo report del fondo Quintessential con titolo: «Una Parmalat a Bologna?». Puff: 1,3 miliardi dissolti e dopo sei mesi fallimento.”



Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it



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Forever Stars!

12 Gennaio 2024

A beneficio di tutti i Fwiani Bloggers, pubblico in anteprima il prossimo numero di “Affari Nostri”. Buona lettura.

” Il 90% dei contenuti del Simulmondo (on line) saranno generati da AI entro 2026.

Addio Influencers!?

In compenso le grandi Star del passato (cinema, tv, letteratura, magari perfino sport …) saranno resuscitate (o rese immortali) sempre dall’AI.

Sono solo alcuni dei processi (ineludibili) resi possibili dalla digitalizzazione e dall’AI (anzi, dovrei dire, dalle AI).

La regola è sempre una: quando una cosa è tecnologicamente possibile (in questo caso creare contenuti in modo automatico e simulare al loro massimo stelle del cinema, grandi gruppi musicali e cantanti, romanzi di grandi scrittori, campioni dello sport …) allora, prima o poi, si realizza.

Scarlet Johansson ha fatto causa a chi ha riprodotto la sua immagine impegnata in azioni cinematografiche, senza la sua autorizzazione e senza che in realtà lei abbia mai girato quelle scene.

Ma Scarlet, almeno per ora, non ha pensato una cosa importante: la sua immagine reale presto sarà fuori mercato come quella di Greta Garbo (per limiti umani, diciamo così).

Ma la sua immagine simulata non invecchierà mai e potrà “creare” per sempre (unico limite il mercato). Offrendo eterne possibilità d’uso (e di guadagno) al suo nome.

Vale anche per chiunque abbia acquisito una fama globale, ma anche di nicchia.

Forever Stars!


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it


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Il comportamento porno-finanziario degli italiani (2024)

5 Gennaio 2024

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” Di questa newslettera ho scritto (con questa) 3 edizioni: la prima nel 2014, la seconda nel 2018.

Ovviamente la terza è questa che state per leggere …

In ogni caso non sarà tempo perso.

Per due ottime ragioni.

La prima: potete controllare di persona come stanno andando i nostri abbonamenti Premium 9 anni dopo (se non avete partecipato).

La seconda: noterete, purtroppo, che la maleducazione finanziaria degli italiani è costata molto cara ai medesimi.

Inutile che faccia i nomi di disastri tipo Banca Etruria, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, MPS etc etc etc …

Ai Maratoneti di FinanzaWorld è andata in tutto un altro modo. Buona lettura.

“Ogni volta che esce uno studio sul comportamento finanziario degli italiani, devo rileggere più volte i dati perchè non riesco proprio a credere a quello che mi tocca leggere.

Un comportamento davvero porno-finanziario nel senso di assai scandaloso.

Non fa eccezione l’ultimo caso, quello dell’istituto Gfk Eurisko tra i proprietari di un conto corrente.

Dopo tutte le mazzate e i guai che hanno subito, i risparmiatori italiani non sembrano ancora aver imparato la lezione.

Ma lascio la parola a Massimo V., un Fwiano Blogger che interpreta completamente il mio pensiero. Poi riprendo alla fine e commento.

-Massimo V.
Mi ha colpito molto il dato sui “desideri” degli italiani. Il 45% vuole fare investimenti che garantiscano la protezione del capitale e molti vorrebbero il rendimento garantito.

Mentre non sembrano interessati ai costi (solo 22%) e alla semplicità (15%).

Diciamo che protezione del capitale e rendimento garantito sono aspetti molto vicini alla mentalità del nepotismo e del parassitismo. Sarà dura introdurre la meritocrazia in Italia.

Questo dato sugli investimenti rappresenta una forma mentis diffusa in molti comportamenti nel nostro Paese.

L’altro aspetto, ovvero il non interessarsi dei costi, mostra l’animo più ingenuo degli italiani, che si fidano di certe istituzioni considerate solide “per principio”, perché siccome così era un tempo allora così deve essere anche oggi.

Molti anziani le considerano, ancora, come un luogo sicuro a cui affidare i propri risparmi così come in chiesa affidano la propria anima.

La banca viene sempre considerata come un luogo accogliente e centro di informazione e verità…

-Francesco Carlà
Sintesi: gli italiani non credono più nel mattone. Sono come amanti traditi e solo il 15% crede ancora che sia un buon investimento.

Ci hanno messo troppo tempo a capire: gli sarebbe bastato dare una letturina a questa missiva del sottoscritto scritta in tempi non sospetti:
https://www.finanzaworld.it/content/read/4816/affari-nostri-la-bolla-mattonata

Ma cosa vogliono adesso questi ex-innamorati?

Niente di particolarmente intelligente, si sono di nuovo presa una cotta. Stavolta per il “capitale protetto” e per il “rendimento garantito”.

Due pasti gratis che, ovviamente, non esistono in natura e men che meno nel mondo dell’investimento.

Ma la cosa più assurda che mi è toccato leggere è l’altra: “Non c’interessa capire cosa ci vendono e non c’importa quanto costano”.

Wow. V’immaginate entrare in un qualsiasi negozio ed esordire con queste intelligenti dichiarazioni rivolte al gestore?

“Non m’interessa capire cosa mi venderai e nemmeno quanto costa!”

Secondo me vi conviene leggere le 3 Promesse del sottoscritto in questa newslettera del 24 giugno 2013:
https://www.finanzaworld.it/content/read/13479/le-tre-promesse-di-finanzaworld

Troverete anche i risultati dei nostri Abbonamenti Premium a quell’epoca. Nel frattempo sono diventati questi qui:

-2014
IBCC (Wall Street dal gen 2004): Noi+207%, Indice+85%
InvInt (Etf & Global dal gen 2005): Noi+82%, Indice+60%
IBII (Piazza Affari dal gen 2006): Noi+128%, Indice-46%
Obb. (Obbligazioni Ita & Euro dal gen 2007): Noi+53%, Indice+39%
IBIE (Europa dal marzo 2011): Noi+27%, Indice+8%

-2018 (dati al 29.10.2018)
IBCC (Wall Street dal gen 2004): Noi+311%, Indice+140%
InvInt (Etf & Global dal gen 2005): Noi+136%, Indice+114%
IBII (Piazza Affari dal gen 2006): Noi+340%, Indice-48%
Obb. (Obbligazioni Ita & Euro dal gen 2007): Noi+68%, Indice+44%
IBIE (Europa dal marzo 2011): Noi+89%, Indice+5%

-2024 (dati al 05/01/2024)
IBCC (Wall Street dal gen 2004): Noi +629%, Indice +318%
InvInt (Etf & Global dal gen 2005): Noi +252%, Indice +253%
IBII (Piazza Affari dal gen 2006): Noi +905%, Indice -18%
Obb. (Obbligazioni Ita & Euro dal gen 2007): Noi +89%, Indice +37%
IBIE (Europa dal marzo 2011): Noi +266%, Indice +45%

Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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L’Enigma di un prodotto perfetto

29 Dicembre 2023

Ecco “Affari Nostri” di lunedi’ per gli affezionati Fwiani Bloggers. Buona lettura.

” Vorrei essere l’editore della Settimana Enigmistica.

Creata e gestita da imprenditori fenomenali, ancora oggi vende 400.000 copie ogni 7 giorni, nonostante la drammatica crisi delle edicole.

Volete un po’ di numeri?

Nel 2022 ricavi complessivi per 49,1 milioni di euro con 10,95 milioni di euro di utili netti.

Nel 2021 i ricavi erano a quota 49,8 milioni con 12,78 milioni di utili netti.

E nel 2023, in base alle stime «i risultati saranno ancora migliori di quelli del 2022».

Nel solo quadriennio 2019-2022 la famiglia Baggi Sisini, che controlla al 100% la società, ha potuto contare su 47,3 milioni di utili netti complessivi.

Un rapporto utili/ricavi medio attorno al 25% che sarebbe il sogno di qualsiasi imprenditore.

E la Bresi srl lo ottiene con due settimanali: la Settimana enigmistica, che esce ogni giovedì, con prezzo di copertina di 1,90 euro e Sudoku-La Settimana enigmistica, anch’esso al giovedì, a un euro.

Infine ci sono due mensili: il Mese enigmistico, a 2,50 euro, e Mondo Sudoku, a 1,60 euro).
(Dati: ItaliaOggi e bilanci della srl)


Dirà qualcuno di voi: d’accordo, ma si tratta pur sempre di un’azienda da 50 milioni di fatturato …

Avercene di aziende così! Peccato non l’abbiano mai quotata in Borsa. E questo vale per troppe eccellenze italiane piccole e medie…

La Settimana Enigmistica è in edicola dal 1932: vuol dire che ha attraversato indenne quasi un secolo di convulsa storia d’Italia e di cambiamenti epocali della società e dei consumi.

Molto più facile a dirsi che a farsi.


Un caro saluto a tutti e buon 2024,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it


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Quel pasticciaccio brutto del Pandoro Ferragni

22 Dicembre 2023

A beneficio di tutti i Fwiani Bloggers, pubblico in anteprima il prossimo numero di “Affari Nostri”. Buona lettura.

” La notizia la conoscete di sicuro:

“Sanzione di oltre un milione di euro alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Lo annuncia l’Antitrust, spiegando che, secondo l’Autorità, “le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima.

Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre un milione di euro”. (Repubblica)


Nel braccio di ferro della comunicazione sulla vendita del pandoro scappa una (desolante) battuta per email al manager della Balocco:

«Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni): in realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante». (E non, come recitava la comunicazione, a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino per i bambini malati.)

Sapete com’è andata a finire con il Pandoro Ferragni (che doveva essere beneficenza e invece era un milione di euro per l’influencer)? Il 20% dei Pandori (oltre 70.000 dolci visto che ne sono stati prodotti 362.577) non si sono venduti e sono stati distrutti.

Un vero disastro economico e d’immagine per la Balocco (e soprattutto per la Ferragni).

E ora, oltre al danno reputazionale per una campagna di beneficenza che in realtà non lo era, Balocco dovrà sborsare altri 420 mila euro per pagare la multa comminata dall’Antitrust. Forse è il caso di non assecondare troppo questi “influencers” …

Morale: per influenzare le persone DEVI essere credibile. Sempre.


Un caro saluto a tutti e buon Natale,

Vs. Francesco Carlà
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Farewell Cina?

15 Dicembre 2023

Come di consueto, pubblico in anteprima, per gli affezionati Fwiani Bloggers, “Affari Nostri” di lunedi’ prossimo. Buona lettura.

” Investimenti delle Multinazionali Occidentali in Cina in negativo dopo 25 anni.

La crescita non è per sempre, nemmeno nel Paese del Dragone. Cosa dovrebbe succedere in Cina per ridare smalto alla sua globalizzazione?

Il mix tra Confucio e Marx che Xi sta tentando (molto) faticosamente deve vedersela con due questioni assai spinose:

La prima: anche in Cina la denatalità si è accompagnata al miglioramento della qualità della vita e all’abbandono delle campagne (fine del proletariato);

La seconda: la forza delle aziende tech e digital cinesi è chiaramente ostacolata (e svalutata) dalle ingerenze del Governo. Il caso di Alibaba che esemplifico di seguito è da manuale …

1 Alibaba ha una quotazione attuale simile a quella che aveva quando è arrivata a Wall Street (2014);

2 I ricavi (revenue come si dice a New York) sono cresciuti del 14% (anno su anno) nell’ultimo trimestre;

3 E questo nonostante che il segmento più veloce del business (il cloud) sia cresciuto solo del 4% (sempre Y/Y);

4 I profitti al lordo sono cresciuti del 106%, sempre nel quarter e ancora anno su anno (Y/Y);

5 I ricavi di Lazada (business ecommerce leader nel sud est Asia controllato da BABA) sono cresciuti del 41% e sono a break even;

6 Bene anche Cainiao (il business della logistica che potrebbe essere oggetto di spin off come vi scrivevo di recente). Ora il segmento è profittevole per quasi 1 milione di RMB in un quarter;

7 BABA ha terminato il trimestre scorso con $57.8 billion in net cash, ovvero il 25% del market capital attuale;

8 Aggiungeteci i $62 billion di equity investments e il totale (quasi $120B) rappresenta il 57% del market capital attuale;

9 Nello scorso trimestre BABA ha generato $5.4B in free cash flow (cioè soldi interamente liberi da ogni impegno) e speso $3.1B in operazioni di buyback (riacquisto azioni proprie);

10 Un buyback massiccio (a questi prezzi) vuol dire due cose:
La prima: confidenza del management sul prezzo di Borsa;
La seconda: più proprietà aziendale per l’azionista senza far nulla.

Potrei continuare con l’elenco, ma non voglio annoiarvi.

Aggiungo soltanto che la valutazione attuale di BABA è leggermente superiore a 9 volte gli utili (Amazon 69 volte gli utili) e che lo stato patrimoniale non potrebbe essere migliore.

Ma allora, direte voi, cosa mantiene depresso il titolo?

La risposta è piuttosto semplice: essenzialmente fattori geopolitici.

Questioni interne (il rapporto difficile tra grandi company come BABA e il governo cinese) che esterne (le contrastate relazioni recenti tra americani e cinesi che tengono lontani i maggiori investitori Usa.

Ecco perchè, secondo il sottoscritto, il vero catalizzatore di BABA per avere una valutazione più realistica sta nella normalizzazione di questi due fattori geopolitici.

Una volta di più quindi: vedremo.


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it


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CICC 2024 è un vero e proprio vademecum per imparare a riconoscere le caratteristiche chiave (secondo noi) di un buon business, utilizzando un linguaggio semplice e adatto a tutti.

E’ la lettura ideale anche per i figli o i nipoti dei FWiani che vogliono avvicinarsi all’Investimento Intelligente.

In venticinque capitoli Francesco Carlà vi spiega il “Metodo di FC” aggiornato e tutta la sua esperienza su finanza e Mercati.

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