Inaugurato piu' o meno 5 anni il mio
Blog a
www.finanzaworld.it/blog e' nato
con due idee molto precise in testa:
1 NON diventare il solito forum di Borsa
pieno di polemiche inutili e sterili;
2 Essere un luogo MOLTO reale dove i
Fwiani possono avere un contatto immediato e continuo
tra di loro, e con me, (con noi di Fw);
Dopo cinque anni, dopo 1095 miei post e
dopo 23962 commenti (di cui 22880 pubblicati,
direi un record assoluto), posso dire che
i due obiettivi di cui sopra sono stati
raggiunti e surclassati.
Proprio com'e' successo ai nostri
Premium rispetto agli indici.
Il mio Blog e' un luogo dove si ragiona,
con calma e competenza, di investimenti,
mercati, economia, finanza. Temi che abbiamo
contribuito, nel nostro piccolo, a far diventare
centrali nella comunicazione italiana.
Proprio quando ce n'e' piu' bisogno,
ma da tempi non sospetti.
Per questo siamo cosi' letti e citati.
Basta controllare la nostra indicizzazione
su Google per averne conferma.
Ho molte idee sul futuro del BlogCarla',
tante di queste mi sono venute in mente
leggendo i vostri commenti e meditando
sulle risposte.
Forse qualcuna di queste ve la sottoporro'
presto per sentire cosa ne pensate.
Nel frattempo continuo a leggere le vostre idee
e vi ringrazio per il vostro tempo e per la
qualita' degli interventi. Che in questi ultimi
mesi e settimane cosi' caldi e cruciali, si fanno
sempre piu' intensi, ma allo stesso tempo piu'
ponderati e riflessivi.
Esattamente quello di cui c'e' piu' urgenza nel Paese.
Un esempio quasi da manuale e' questo commento
di un Fwiano Blogger davvero assiduo. Buona lettura
a tutti e vi aspetto sul
Blog.
-Massimo V.
Una domanda importante (credo) che ci dovremmo
porre in questo periodo è questa:
Come mai stiamo assistendo alla crisi di due
sistemi, quello americano-liberale e quello
europeo-burocratico?
Cos’è andato storto ed esiste una relazione
tra questi due fatti? Se ci pensate, esistono
dei punti in comune tra queste due distorsioni.
Da un lato, quella che il Prof. ha da sempre
definito come Finanza Barbara, è strettamente
collegata alla modalità di azione che potremmo
definire Laissez-faire è la politica Reaganiana
e Thatcheriana dei tagli e del liberismo estremi.
Siccome l’economia funziona a cicli, è ovvio che
nel momento di crisi degli anni ’70, l’uscita
era possibile con politiche di liberismo e
deregulation.
Ma poi cos’è successo?
Come in tutti i fatti umani, lasciate che qualsiasi
persona o gruppo metta radici ovvero si insinui
nell’organizzazione dell’economia e dello Stato e
vedrete che inizierà la cancrena. Ed ecco che banche,
certe multinazionali e gruppi politici hanno iniziato
a guardare all’interesse in sé, distruggendo ambiente
e cultura per arrivare ai propri fini di profitto,
non per lo sviluppo ma per l’accumulo (è la differenza
tra Manager alla Steve Jobs e Bill Gates, dove si vede
chiaramente la passione per la ricerca e lo sviluppo, e non
semplicemente per atteggiarsi a yuppie con tanto di Ferrari,
champagne e feste al bordo della piscina).
Lo stesso si può dire dell’Europa, da un punto
di vista completamente diverso, dove la burocrazia,
lo statalismo, il corporativismo e il sindacalismo,
pur essendo nati con obiettivi di utilità e difesa dei
diritti, ad un certo punto sono impazziti, portando
dalla lotta di classe alla lotta tra generazioni, e alla
lotta tra chi ha lavoro e chi non lo ha.
Dove alcuni hanno pensione e risparmio, mentre altri
(i più giovani) non riescono nemmeno ad iniziare a lavorare.
Poi i due sistemi si sono infettati a vicenda, dove gli
stessi problemi alla fine si trovano in entrambi.
Pensare quindi che Niente Stato rappresenti l’antidoto
a Solo Stato è una mera illusione, perché il problema
non è tanto (o solo) nel tipo di organizzazione, ma anche
nel modo in cui quella data organizzazione riesce a far
rispettare le leggi senza diventare uno stato di polizia.
Trovare il punto di equilibrio è quindi un’impresa di secoli.
Volete la prova che queste rappresentano solo delle ideologie?
Provate a parlare con qualsiasi ex-comunista e vi sentirete
dire che il comunismo che si è sviluppato in Unione Sovietica
NON È il vero comunismo. Come se esistesse sempre
qualcosa di diverso da quello che si è effettivamente
presentato nella Storia.
E' come se qualcuno dicesse che vuole fondare un partito
fascista in Polonia, perché il fascismo che si è presentato
in Italia non era il vero fascismo perché si è trasformato
in dittatura.
La verità è che certi sistemi facilitano le distorsioni, proprio
come l’estremo liberismo facilita la Finanza Barbara e
l’estrema burocratizzazione facilita vitalizi e privilegi.
Ed è anche come se dicessimo che la Scuola Austriaca
non ha mai influenzato alcun sistema liberale e quindi
dobbiamo metterla in pratica perché quella che si è
effettivamente sviluppata è diversa da quella che
si doveva sviluppare.
Questo è il campo delle ideologie pure: un conto è la teoria
(sempre bella e perfetta) e un conto è la pratica (che deve
passare per l’egoismo e l’ingordigia umane).
Ciò che si è perso, nel corso del tempo e delle varie epoche,
è il concetto di Doveri, da affiancare a quello dei Diritti.
Lo sbilanciamento completamente a favore di questi ultimi ha
portato a voler chiedere sempre di più sia dal lato della
burocrazia sia dal lato dell’estrema libertà (che è sfociata
nel fare ciò che si vuole, indipendentemente da terzo mondo,
ambiente, giovani generazioni, sovrapopolazione ecc.).
Se le cose stanno così, è possibile che ci troviamo a una fine
di un ciclo non solo economico, ma anche organizzativo e
politico: non sarà più possibile che l’umanità aumenti
a dismisura senza controlli (la Cina l’ha già capito), che si
distruggano territori con il cemento a scapito delle coltivazioni ecc.
Se ho capito bene, la Finanza Democratica è quella per cui
all’interno della libertà di intraprendere, si dà spazio
ai manager che portano sviluppo e benessere, limitando
al minimo i benefici per sé - in fondo è la regola
di Warren Buffett - evitando junk stocks, distruzione
dell’Amazzonia e in generale, progredendo verso un beneficio
comune che non distrugga il mondo... è un lavoro di secoli.
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'
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