di Francesco Carlà

Fuga dall'infelicità finanziaria (seconda parte)

del 30/09/2024 di Francesco Carlà
Scrivevo questa newslettera 13 anni fa. Nel rileggerla ho avuto due sensazioni molto precise:

La prima: non è cambiato nulla, anzi gli scenari sono diventati ancora più definiti e non in meglio. Naturalmente Fwiane e Fwiani a parte. A loro è andata in modo assai diverso in questi anni duri.

La seconda: chi attende "tempi migliori" per cominciare ad investire in modo sul serio intelligente attenderà in eterno.

Ma vi avevo promesso i 3 Comandamenti ... Buona lettura.


Penso che i comandamenti della Felicità Finanziaria siano 3:

1 Risparmiare anche in questi periodi difficili;
2 Semplificare il mondo dell'investimento;
3 Aumentare il rendimento dei nostri risparmi.

Tutti pensano che la finanza sia rischio. E tanti non ci si avvicinano proprio pensando a questo. Ma la finanza è inevitabile per veder crescere il proprio patrimonio.

E il vero, grandissimo, rischio è non fare nulla. Il vostro patrimonio, il vostro denaro, si sbriciolerà negli anni.

Diventerà nulla. Non comprerà piu' niente. (Con o senza inflazione).

Devo aver scritto da qualche parte che secondo me la finanza è la simulazione dell'economia: si sforza di predire oggi quello che accadrà nei mercati reali domani.

E il futuro è un'ipotesi. E uno sforzo.

In questo sforzo c'è un rischio, e per quel rischio si viene puniti o ricompensati. Anche e soprattutto per questo vi ho tante volte messo in guardia contro i rischi eccessivi.


Mai usare soldi che vi servono per vivere.
Per esempio.

D'altra parte nessuno può pretendere di non correre rischi e contemporaneamente mirare a rendimenti a due o tre cifre in pochi mesi. Il rischio fa parte della natura della finanza.

Bisogna saperlo controllare visto che non lo si può evitare.

Ma si può battere il mercato. Si può battere il Benchmark. Si può misurare il rischio. Si può evitare il rischio più grande: l'erosione del proprio capitale.

Nel 1952 Markowitz scrive 'Portfolio Construction'.

Una delle questioni chiave di questo testo, che gli varrà il Premio Nobel, è decisiva (secondo lui): "Per avere maggiori risultati  dagli investimenti bisogna aumentare la volatilità e quindi il rischio. Se riduciamo il rischio invece si riducono i profitti.

Non c'è scampo: non si può battere il mercato.

Warren Buffett non ha mai vinto un Premio Nobel. In compenso è da decenni uno degli uomini più ricchi del mondo e la sua fortuna ammonta a decine di miliardi di dollari, indovinate accumulati come?

Battendo il mercato tutti i santi giorni per 70 anni.

Non è mia intenzione aprire una disputa tra economisti accademici alla Markowitz, e investitori efficienti alla Buffett, ma è abbastanza evidente che le teorie di Portfolio Construction sono smentite dai fatti del mago di Omaha.

E (assai più modestamente) dal sottoscritto a FinanzaWorld dal 1999.

Naturalmente i fondi di investimento preferiscono glissare. Non ci vuole molto a capire perchè:

1 Se si scopre che il mercato si può battere diventa difficile continuare a gestire fondi che servono soltanto a rastrellare commissioni tra l'1 e mezzo e il 3/4% all'anno e oltre per avere risultati in media peggiori degli indici di riferimento;

2 Se si scopre che il mercato si può battere diventa difficile continuare ad effettuare un sacco di operazioni, le cui commissioni sono pagate dai sottoscrittori, per ottenere risultati in media peggiori degli indici di riferimento.

Indipendenti si nasce

Ho da sempre sottolineato l'importanza dell'indipendenza e della mancanza di conflitti di interesse, specialmente quando si tratta di questioni in cui è coinvolto il denaro.

Chiedereste al macellaio se la carne è buona?

Magari qualcuno lo fa anche, ma è difficile immaginare una risposta negativa.

Eppure, per molti anni, tanti e troppi risparmiatori ed investitori hanno continuato a chiedere a consiglieri che non potevano essere indipendenti, se i prodotti finanziari che vendevano erano buoni.

E non lo potevano essere.

Di recente Beppe Scienza, un professore di matematica prestato alla finanza, ha pubblicato statistiche capaci di provare, per l'ennesima volta, come sia strutturale l'incapacità, per la media dei fondi azionari gestiti, di battere il mercato, di fare meglio degli indici.

Anno dopo anno fanno regolarmente peggio.

E non fanno peggio solo per l'incapacità dei gestori di scegliere strategie azionarie giuste; fanno peggio soprattutto perchè l'industria del risparmio gestito funziona in modo tale da fornire, necessariamente direi, risultati medi molto deludenti.

Consumando, anno dopo anno, i risparmi. Perchè accade questa inarrestabile erosione?

Le ragioni sono direi soprattutto due:

I fondi devono muovere molte volte i titoli durante l'anno per generare commissioni dovute al trading, a vantaggio di società quasi sempre dello stesso gruppo.

Poi applicano commissioni e altri costi assortiti, spesso di difficile individuazione, che penalizzano in ogni caso i risultati.

Fino all'assurdo di farli guadagnare anche quando gli investitori perdono.

Cosa possono fare gli Investitori Intelligenti che non vogliono, e fanno bene, rinunciare all'importantissima quota azionaria nel proprio portafoglio?

Possono fare due cose:

1 Individuare fondi indice con costi bassissimi e dichiarati, senza sorprese;

2 Imparare a creare e gestire il proprio portafoglio azionario come hanno fatto in questi anni migliaia di Fwiani con l'aiuto dei nostri abbonamenti Premium che stanno surclassando gli indici (la Maratona).

Nella prossima puntata che potrete leggere fra sette giorni sempre qui su Affari nostri, scoprirete come si fa a battere il mercato, cosa che stiamo facendo qui a FinanzaWorld da molti anni. Quella che chiamiamo la Maratona.


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it


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