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Cari Fwiani,
La politica si fa spesso fatica a capirla.
Quella italiana si fa quasi sempre fatica
a capirla, anche perche' e' la difficilissima
sintesi di dozzine di punti di vista ideologici
differenti.
Mettete la Finanziaria che e' in
arrivo sul binario autunnale.
I comunisti e i verdi la vorrebbero spalmata
su due anni perche', dicono loro, la situazione
e' migliorata e non c'e' piu' bisogno di una
cura da cavallo.
Gli altri del Governo non concordano, ma tra
i vari partiti ci sono posizioni piu' sfumate
di un quadro di Monet.
Come andra' a finire?
Probabilmente la spalmeranno su 18 mesi e tutti
contenti, ammesso che cio' sia possibile.
Ma cos'e' che non e' possibile nella politica
italiana dalla caduta dell'Impero romano ad oggi?
Continuero' a seguire la vicenda.
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E così Romano Prodi ha dovuto mediare, provare a tenere insieme le
«scelte coraggiose» del Bersani-pensiero con le ansie di Ferrero
paladino dei più deboli. «Per ora non ci sono fatti nuovi rispetto al
Dpef che abbiamo approvato — ha risposto a Bologna il presidente del
Consiglio —. Quindi adesso ripartiamo da dove eravamo, non possiamo
ridiscutere ogni giorno la partenza e l'arrivo». Come dire, qui non si
spalma niente. Ma poi il premier sembra aprire uno spiraglio alla
possibilità di diluire la manovra nel biennio: «Per ora è una ipotesi,
nulla di più». Come ha detto Bersani, la Finanziaria potrebbe
«cambiare il quadro politico», Prodi ci spera e prova a rinviare lo
scontro, pur sapendo che il conflitto tra «spalmatori» e rigoristi
sarà inevitabile.
LO SCONTRO — Due giorni fa il ministro per l'Innovazione Luigi
Nicolais, ds, aveva dichiarato che il Tesoro ha già deciso di spalmare
i risparmi alla spesa in due anni, ma poi ha fatto dietrofront. Un
episodio che indica quanto alta sia la tensione sulla manovra, le cui
linee guida Tommaso Padoa- Schioppa spera di portare in Consiglio dei
ministri già giovedì: 35 miliardi, 20 per riportare il deficit sotto
al 2,8% e 15 per lo sviluppo. Con Rifondazione e contro Bersani sono
schierati i Verdi, che invocano un vertice di maggioranza. Per il
sottosegretario Paolo Cento, pronto a chiedere all'Europa lo
slittamento di un anno del rientro al 3% del deficit, «non è un tabù
parlare di manovra suddivisa in due leggi finanziarie». E Marco Rizzo
del Pdci concorda: «Se tutti i dati economici e fiscali dicono che la
situazione è migliorata, perché una Finanziaria dura?». I Ds sposano
la linea del ministro dello Sviluppo. «Serve una legge coraggiosa e
corposa», conferma Marina Sereni. Ma poiché nella sinistra della
Quercia c'è anche chi, come il sottosegretario all'Economia Alfiero
Grandi, definisce «interessante» il rinvio, la vicecapogruppo
dell'Ulivo apre alla mediazione: «Non è detto che tutta l'efficacia
della manovra debba esplicitarsi nel 2007...».
I RIGORISTI — La Margherita vuole una Finanziaria corposa in un solo
anno. Il coordinatore Antonello Soro: «L'effetto annuncio di una mezza
manovra può produrre la caduta del rigore». Rigorista anche l'Udeur.
«Spalmare? Proprio no, alcune cose o si fanno a inizio legislatura o
non si fanno più» chiude il portavoce Mauro Fabris. Ma Clemente
Mastella è più morbido: «Vedremo. È giusto partire con rigidità, ma
guai se si finisce con rigidità». Prodi promette che il governo «si
confronterà con tutti», ma il radicale Daniele Capezzone boccia le
mediazioni: «Non è il momento degli accomodamenti. Se si decide di
annacquare ci si assume una responsabilità grave». Il 4 settembre i
capigruppo proveranno a smussare le divergenze, poi l'Unione dovrà
vedersela con la Cdl. «La spaccatura è grave e profonda» denuncia per
An Gianni Alemanno, che chiede a Padoa-Schioppa di aprire il confronto
parlamentare prima di approvare il ddl.
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